I segnali dei ladri

Come nei casi più classici di psicosi collettiva a tante persone è capitato di discutere sul caso di amici, parenti o vicini, le cui case sono state visitate dai ladri e che si sono accorti di strani segni tracciati sui muri nelle vicinanze dell’abitazione. Una psicosi che vede contribuire, purtroppo, le stesse forze dell’ordine e i media che periodicamente danno risalto e notorietà al caso. Il successo popolare di questa leggenda è sicuramente dovuto al fatto che la casa segnata è un retaggio fin dai tempi biblici (l’angelo della morte) e gli zingari rappresentano, col loro nomadismo, la nostra figurazione più atavica e profonda del diverso, di un popolo diverso. Ma cerchiamo di individuare l’origine di questi segni. La rappresentazione più diffusa in Italia, sotto forma di un volantino, appare scritta a macchina e probabilmente riprodotta a ciclostile e dovrebbe risalire almeno agli anni ’80. In questi ultimi tempi sono comparse diverse versioni rielaborate in digitale con alcune piccole differenze nei testi. La versione più diffusa in Italia sembra derivare direttamente dal cosiddetto linguaggio dei segni “degli hobo e zingari francesi”. “Hobo” è un termine americano con cui si designa le persone senza fissa dimora che si muovevano attraverso gli stati e che raggiunsero un numero particolarmente elevato durante la crisi economica del 1929. Muovendosi in continuazione da un punto all’altro del continente e raggiungendo località isolate, spesso accessibili tramite una sola strada, si stabilì fra gli hobo la consuetudine di indicare a chi sarebbe passato in seguito, attraverso dei segnali convenzionali tracciati a gesso sui cartelli, il grado di ospitalità o di rifiuto che si sarebbe incontrato o più semplicemente indicazioni pratiche sull’acqua e il cibo. Ad esempio uno dei segni più diffusi, il rombo, per gli hobo inglesi significa “qui vive gente generosa, ma comportatevi bene mostrando rispetto”, mentre per quelli francesi significa “qui non vive nessuno”, da cui la definizione presente nell’elenco del volantino “casa disabitata”. Il segno contraddistinto dai quattro cerchi, nel linguaggio degli hobo francesi significa “qui vive gente molto ospitale”, nel volantino diventa “casa molto buona da rubare. Non risulta in nessun caso che i segni siano stati mai utilizzati per indicare dove compiere furti o reati. Il linguaggio dei segni degli hobo è oggi considerato uno degli elementi più caratteristici di questa cultura di cui hanno fatto esperienza personaggi come John Steinbeck, Jack Kerouak, Woody Guthrie e Jack London, ma che tuttavia è lentamente caduto in disuso da più di quarant’anni.

Alla fine appare evidente che il cosiddetto linguaggio degli zingari che viene diffuso in Italia, non fa altro che riprendere alcuni dei segni del linguaggio hobo francese modificandone il significato di alcuni, dandogli un senso criminale e aggiungendo alcuni segni relativi al momento in cui è possibile compiere furti.
Alla fine viene spontaneo chiedersi perchè un’ organizzazione di ladri dovrebbe comunicare fra di sé, nell’epoca dei cellulari, con segni alla vista di tutti? In caso di perplessità tuttavia, volendo dare credibilità al codice di simboli, è sempre possibile marcare la propria abitazione col segno “già svaligiato”, correndo il rischio però di deturpare inutilmente i propri muri.